Una truffa d'altri tempi

 

…Eccezionale!!! Pistola con sei colpi, permessa dalla legge,forte detonazione, ottima per impaurire male intenzionati ed animali; completamente in acciaio nero a sole 6,00 £. – spese di spedizione a carico- invio in contrassegno.

Scrivere a: Unione Commercianti, via…………n°…. MILANO

 

Era il 1920 e mio padre,allora di nove anni,rimase talmente colpito da tale annuncio apparso su

“LA DOMENICA DEL CORRIERE”, che convinse un suo coetaneo 1) ad entrare con lui in società per dividere la spesa di tale acquisto, dato che a quei tempi,mettere insieme 6 lire non era poi così facile neanche per un ragazzino figlio di un “professionista”2).

Seguirono giorni di trepidante attesa per i due ragazzi che incominciarono a chiedere con insistenza  al postino se fosse giunta “qualcosa” per loro!

Infine, all’ufficio postale del paese, il pacco arrivò.

Vi si precipitarono con le 6 lire “contate” ma… dovettero ritornarci  dopo aver raggranellato altri spiccioli per le non previste spese di contrassegno…

L’Ufficiale Postale sparì dietro la tenda che celava il deposito e riapparve subito dopo con il pacco .

Era voluminoso, il che lasciava presumere una dimensione abbastanza consistente dell’ARMA !

Quando però fu nelle loro mani …il  peso non parve giustificarne l’ingombro!

Con il cuore in gola,i due ragazzi corsero via ad appartarsi in una zona deserta del vicinato,fuori da possibili sguardi indiscreti ed iniziarono ad aprire il pacco,badando bene a slegare lo spago anzicché tagliarlo e a non danneggiare l’imballaggio3).

Ma la frenesìa prendeva il sopravvento man mano che la confezione rassomigliava sempre più ad una “matrioska”!…

Aperto un involucro,subito dentro un altro…e poi un altro ancora, ognuno imbottito da pezzi di giornali appallottolati…come si usava fare per proteggere gli oggetti fragili prima che fosse stato inventato il polistirolo.

Infine il “gioiello” saltò fuori !

Una pistoletta di latta stampata non più lunga di otto centimetri, la cui vernice nera saltava via al solo  “armare” del “cane” a molla !

In una bustina a parte,sei dischetti rossi di carta, del diametro di circa otto millimetri ,con a centro un “neo” nero di polvere pirica.

A turno spararono ciascuno tre colpi che battezzarono “fetecchie”4).

Al sesto colpo si ruppe la molla del “cane” ed il tutto diventò oggetto da spazzatura.

La delusione fu,anche se negativa, un’esperienza da non dimenticare.

 

 

Quando mio padre,ancora molto giovane, si recò a Milano5), la sua curiosità fu di andare a vedere cos’era questa  “Unione Commercianti”.

Si aspettava un grande edificio con una grande tabella,magari illuminata al neon come tante ve ne erano in quella città e forse non sarebbe mai riuscito ad individuarne l’ubicazione se non avesse chiesto informazioni a persone di quella via ,una delle quali, ben conoscendo chi fosse il sedicente individuo, gliela indicò con un sorrisetto ironico!

Una porticina che dava  ad un sottoscala,uno sgabuzzino (che mio padre chiamò “cafurchio”)dove un ometto  con due occhietti furbi,seduto dietro una vecchia e traballante scrivania,sbirciava tra le ordinazioni giuntegli, per passare poi di negozio in negozio a comprare gli articoli richiesti e spedirli “spese a carico e contrassegno”,ad altrettanti sprovveduti come lui ed il suo amico,naturalmente ad un prezzo doppio se non triplo di quello da lui pagato!

 

Note:

1) Tale Luigi Cristofaro detto “D’Annantonia” - 2) Il padre era avvocato – 3) Lo spago e la carta potevano sempre servire! – 4) Scorregge “soffocate” – 5) Per lavorare prima presso “Zì Luigi Anzovino” un santacrocese che faceva il fabbricante di giocattoli in quella città ed in seguito come aggiustatore meccanico presso una società chiamata “L’Arena Zannardini”.

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