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- Categoria: Poesie
- Pubblicato Martedì, 12 Febbraio 2013 21:01
- Scritto da Luigi Gioia (Amministratore)
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Al mio paese, Santacroce,
c’è sempre un gallo che canta senza voce.
Spesso sul bivio
una colonna
e sul quadrìvio
talvolta una Madonna.
Sull’orologio antico
che il nostro tempo batte,
c’è il passeròtto amico
di gazze assuefatte.
C’è il cacciator che torna
con il carnière vuoto,
il panettièr che sforna
l’odore più remòto.
C’è néve, pioggia, vènto.
C’è il sole
che nasce sul convènto.
Ci sono le parole
del nostro dialètto
ormài dimenticate
e solo in qualche détto
ancòra pronunziate !
C’è tutto quanto occorre
per vivere e morire,
per tògliere, per porre
un tèrmine ...al capire.
E c’è l’immensità
d’un cielo sì profondo,
che nell’eternità
trasporta il nostro mondo.
l.g.